Le vene battevano veloci nelle tempie colorandole di un verde pallido, i peli delle braccia pronti a trasalire al sopraggiungere dell'ultima eco di un addio infinito.
Minuti, ore e giorni interi persi nel vedere consumarsi una vecchia quercia malata, un ulivo ricoperto di rughe e una camelia composta nella sua fragilità e mal celante le sue infinite contraddizioni.
Radici intrise in un terreno abbandonato all'inaridimento affettivo, al compendio dell'ovvietà gestuale e verbale.
Sfrontata agonia.
Perversa fatica.
Marcia ricchezza di vite perse.
Nel ronzio di un respiro affannoso le orecchie della Signorina Wilson si riempivano di suoni che la ancoravano al passato: vero o falso che fosse stato, lui era lì pronto a ribadirle la verità...
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