31/07/11

Da lassù nessuno ci guarda...

Dopo un così lungo silenzio la Signorina Wilson aveva deciso che era arrivato il momento di tornare a parlare, inveire, urlare, franare la sua voce in un grido di scellerata collera.
I suoi modi pacati e vagamente astratti avevano lasciato il posto ad una sola veste comportamentale: quella del rifiuto.
Vestiva i panni sporchi di chi aveva deciso di mettere in gioco la propria vita nella "vita di tutti i giorni" scoprendo, in modo atroce, che dall'alto "nessuno ci guarda".
In una sola ora poteva accadere che la tua felicità più grande si trasformasse nell'incubo più devastante della tua vita. In una sola ora potevi dare un volto preciso al Signor Dolore...che di Signore poi ha ben poco.
In una sola ora potevi essere inondato dall'altrui felicità e scoprire che, di nuovo,  "nessuno dall'alto ci guarda".
Disparità, disequilibri che abbattono e induriscono i volti di quelle persone che fino ad attimo prima erano illuminate dalla loro creazione d'amore e poi da essa, inconsapevole ed innocente, tradite.
La Signorina Wilson guardava il suo cellulare tra le mani, lo stringeva,  lo girava su se stesso come fosse una saponetta nell'attesa che uno squillo interrompesse, anche solo per un attimo, l'attesa.
E' curioso, pensava, di quanti fossero i volti che in ogni parte della terra ed in ogni istante, ciascun individuo poteva dare alla Signora Speranza. Il suo era riposto nei contorni stondati e sottili del cellulare che non riusciva ad abbandonare le sue mani...iperattive...sudate...ma pur sempre pronte a premere il tasto verde.

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