01/09/09

Sogno di una notte di fine estate...

La Signorina Wilson quella sera si era sdraiata non sapendo se le ore immediatamente precedenti le avesse trascorse sognando o, piuttosto, vivendo una realtà assimilabile ad un sogno.

Ricordava chiaramente di aver giocato a tennis con un tale di nome Francesco, ricordava l'agitazione e la frustrazione nel vedere la pallina andare la dove le sue gambe non erano in grado di arrivare. Le scarpe e gli abiti ricoperti di terra rossa, erano un segno tangibile che quella non rappresentava una sua fantasia...

Poi il rosso sfolgorante di un tramonto di fine agosto annebbiava vista e
percezioni...

Come fotografie, vedeva la brezza, ricca di salmastro, arricciare i suoi capelli, vedeva la leggerezza del suo corpo, ancora sudato, immerso nel mare, vedeva, abbracciato a lei, il profilo del suo amore lasciato a Praga che tornava e si ritraeva come le onde sulla battigia, nell'incertezza del percorso da compiere, dello spazio da occupare...
Con dolcezza osservava se stessa accoglierlo ancora una volta nella sua intimità, nel tentativo di non farlo annegare, per la paura di vederlo svanire nella calma di quell'insenatura...
Vedeva aprirsi una finestra di gioia in un sorriso condiviso, in un abbraccio, in un bacio consumato tra la salsedine e gli occhi di passanti lontani...

Ma non c'era, per quel ricordo, un indumento che ne conservasse reale memoria.

Era un sogno, forse...

Era realtà, forse....

Certamente qualcosa che quella sera non era con lei.

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