26/09/09

Tutto in un viaggio...

Eccola la Signorina Wilson.
La sua assenza non aveva destato alcun rumore... Era andata, tornata e ripartita per Crepuscolo ed era andata, tornata e ripartita per Luminaria. Non esisteva più un luogo da lasciare, né uno verso il quale fare ritorno.

L'unica certezza era il viaggio, e lì doveva starci tutto: sorrisi, lacrime, rimorso, rabbia, freddezza, calore, inerzia, movimento, staticità, insofferenza, maledetta esigenza di solitudine, maledetta esigenza d'amore...

Si chiedeva se sarebbe stata capace di valutare i minuti di pace in una giornata, quelli di lieve ansia e quelli di allegria.
Ora godeva solo di se stessa..il tempo tornava ad essere suo.
Le lancette dell'orologio giravano senza quella mastodontica lentezza che aveva spento entusiasmi e istinti. Non avrebbe potuto essere vita quella, meno che mai avrebbe potuto appartenere alla Signorina Wilson. Ora lo sapeva.
Abbassava il finestrino dell'auto, e si affacciava sulla sua nuova vita, come il suo gomito destro, appoggiato alla portiera, godeva del vento dal quale era investito.

2 commenti:

Natalie ha detto...

Ah quella ambivalenza... si desidera e si odia... come un cerchio magico.

Unknown ha detto...

E' una "vite senza fine"...può girare all'infinito ma non farà mai aderire due materiali diversi.