29/05/10

La caduta di un funambolo...

Erano giorni strani per la Signorina Wilson.

Camminava sul filo del rasoio, si sentiva un funambolo che, nonostante alle prime armi, aveva il coraggio sfrontato di compiere la sua prima impresa, nel vuoto più profondo, nel crepaccio più scosceso, là dove neanche l'erbaccia aveva l'audacia di far radicare alcuna delle sue sottili radici.

Erano giorni in cui le discussioni erano alimentate dall'insoddisfazione, dalla voglia di fare parimenti a quella di non poter fare.

Erano solamente dei giorni come altri, sottratti al tedio della rassicurante quotidianità in cui inghiottire azioni e parole diveniva realmente il primo stadio di una digestione lenta e non certo auspicabile.

Le funi di chi, come Lei, prestava la sua attuale vita all'arte del funambolismo,  si assottigliano a forza di percorrerle, si lesionano se non curate, fino a spezzarsi.

Ma la caduta, rifletteva la Signorina Wilson, poteva  anche diventare un salto nella libertà, non soltanto un mero inchino all'onnipresente gravità.

Stringeva le spalle, come se un brivido freddo le avesse percorse, e misurando la soddisfazione dei suoi occhi posarsi sui profili interni della sua casa, afferrava una sola idea: l'attesa di una rottura non vale il coraggio di un salto a braccia aperte.

4 commenti:

Folletto del Vento ha detto...

"Son maestro di follia, vivo la mia vita sulla fune che separa la prigione della mente
dalla fantasia.
Il mio futuro è nel presente ed ogni giorno allegramente io cammino sul confine mmaginario
dell’orizzonte mentre voi,signori spettatori, mi guardate dalla strada,cuori appesi ad un sospiroper paura che io cada.
Ma il mio equilibrio è in cielo, come i sogni dei poeti, mai potrei viver come voi che avete sempre la certezza della terra sotto i piedi.

Son maestro di pazzia e vola sulla corda la mia mente a rincorrere i pensieri ad inseguire l’utopiadi catturare almeno un “oggi” prima che diventi “ieri” e provare a far danzare il tempo.

Signori spettatori lo spettacolo è finito,
vi saluto con l’inchino, sempre in bilico sull’orlo del destino e un sorriso avrò per tutti voi, che vediate nel funambolo un buffone o che vediate in lui un artista
e ringrazio chi ha disegnato questa vita mia perché mi ha fatto battere nel petto il cuore di un equilibrista."
(Il Funambolo -Ratti della Sabina)

Quando si ha la scelta di poterlo fare, nessun salto è veramente nel vuoto.

Unknown ha detto...

@Folletto del Vento: Che regalo bellissimo che mi fai con questa canzone! Non la conoscevo. Mentre scrivo queste parole la ascolto ancora una volta...Due sono le frasi che più mi hanno colpito: "Il mio equilibrio è in cielo, come i sogni dei poeti.." e "Son maestro di pazzia e vola sulla corda la mia mente a rincorrere i pensieri ad inseguire l’utopia di catturare almeno un “oggi” prima che diventi “ieri” e provare a far danzare il tempo..". Sei proprio un folletto vero che ha saputo leggere bene tra le righe del mio post.

Anonimo ha detto...

Il coraggio di saltare, la dignità di cadere!
SALTARE e CADERE, si possono fare in molti modi ma solo la consapevolezza consente di far fruttare l'atterraggio!

Unknown ha detto...

@dautretemp Mi piace "la consapevolezza consente di far fruttare l'atterraggio"...mi state regalando delle perle di saggezza! Non mi resta che mettere in pratica i vostri consigli!! ;-)