10/10/13

Sulle coincidenze...

La Signorina Wilson aveva seguito una logica lineare nel dichiarare, all'immagine incorniciata dallo specchio della sua camera, che le coincidenze, forse, sono dei fenomeni molto comuni.
La quotidianità ne è densamente piena, ma per sfortuna o eccessiva superficialità, di metà di esse non ci accorgiamo neanche, le lasciamo passare così, come fossero fuochi artificiali fatti brillare in pieno giorno.

Forse, si chiedeva, se avesse desiderato con tutte le porosità del suo cuore, che quell'evento non divenisse realtà, allora tutte le coincidenze che erano affiorate nel suo campo visivo portando il loro messaggio, l'avrebbero aiutata a far qualcosa. Essere operativa, reattiva, efficiente e determinante.

La Signorina Wilson era persuasa del fatto che obbedire incondizionatamente a ogni sincronicità quotidiana equivaleva al volere, inconscio, di non uscire dalla solita autostrada dell’esistenza, quella che si percorre ad occhi chiusi con certosina sistematicità.

Così quel giorno un'emorragia di pensieri era scoppiata non solo nella sua testa.
Così quel giorno un pensiero moriva e l'altro rimaneva aggrappato al sottile file che divide la vita dalla non vita.




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