26/04/09

Il suono del campanello

Pioggia e ancora pioggia..le piantine nella chiostra della casina al numero 34 di Via Tal dei Molti e dei Tali erano già state sistemate per riceverne la giusta quantità..
Con una faccia sconsolata dal sonno che ne modificava immancabilmente l'espressione, la Signorina Wilson con i suoi sogni sempre negli occhi non abbandonava il letto nuovo sul quale riposava ormai da qualche giorno..(ancora si chiedeva se ad averci guadagnato di più fosse stato il commerciante o la sua spina dorsale!)
Dicevamo..cosa potrà mai girare nella sua testa alle 18 e 27 di questo lungo pomeriggio?
Tutto quello che doveva fare lo aveva fatto: pulizie la mattina, pranzo dai genitori, spesa al supermercato, sosta per acquistare un deodorante per ambiente (ma non uno qualunque, no...proprio quello li, anche se le fosse costato un buon numero di sensi unici e code per le strade già allagate, doveva essere assolutamente quello!), la lavatrice era forzatamente rimandata, l'allenamento casalingo (in mancanza di un'ora, almeno, di tennis) era fatto...
Per chi conosce la Signorina Wilson non ci vuole poi molto a capire che ciò che le mancava e che avrebbe voluto vivere proprio lì, in quell'istante, alle 18 e 27 precise era il suono del campanello di casa..
Quel suono sarebbe bastato a farle tornare il sorriso. "Suona a questa porta solo quando avrai chiari dentro di te i tuoi sentimenti e la strada che vuoi percorrere"...quelle parole erano diventate per lei la verità più grande in cui riusciva a ritrovare quel forte senso di rispetto per la propria persona che stava dimenticando..
Ondeggiava continuamente tra speranza e disillusione, tenerezza e rigidità..ondeggiava la Signorina Wilson..ondeggiva...e tutta questa pioggia, si ripeteva, "facilita la deriva dei miei pensieri...".

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