28/07/09

Il pesciolino nella 208...

La stanza con il letto bianco, i due divanetti, il puff color giallo ocra e l'armadio chiuso da un chiavistello, era alquanto silenziosa: il televisore al plasma non aveva bevuto un briciolo di corrente, astenendosi, così, dal dire la sua. La Signorina Wilson meno che mai avrebbe disquisito in solitario quella sera, se apriva bocca era solo per allentare la tensione accumulata, appena sotto le tempie, a causa della morsa, troppo stretta, dei suoi denti. Come pesce fuor d'acqua, socchiudeva le labbra nell'improbabile attesa di una minima frequenza che potesse diffondersi nella stanza 208.

Nuotando, non senza indugi, tra le pareti opposte di quello strano acquario chiamato albergo, la Signorina Wilson immaginava già il suo rientro a Luminaria: la casina invasa dal profumo di rosa selvatica, l'azalea nel vaso blu cobalto, la camera dalle pareti picchiettate di rosa-pesco delicato e quanto mai appropriato alla sua indole...per tutto questo dovevano ancora trascorrere circa 20 ore...

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